Dopo essere stata colpita da un ransomware Cantina Tollo dimostra come gestire un incidente informatico.
Un ennesimo attacco di Lockbit verso una azienda del nostro paese ha colpito, questa volta, Cantina Tollo, azienda vinicola con sede a Tollo, in provincia di Chieti.
Si è ripetuto il consueto schema, ormai consolidato: la gang criminale ha esfiltrato i dati, ne ha pubblicato sul proprio sito alcuni campioni, ha definito un riscatto (249.000 dollari per la cancellazione dei dati; 1000 dollari per estendere di 24 ore il countdown) e ha fatto partire i countdown per la pubblicazione nelle underground della rete (mercoledì 15 febbraio 2023 alle ore 19:29)
C’è un aspetto della vicenda quasi unico, che vale la pena sottolineare: la trasparenza e la proattività dell’azienda colpita è un esempio per tutte le realtà italiane che si trovano a fare i conti con il ransomware o, più in generale, con qualsiasi evento che mette in pericolo la riservatezza, la conservazione e la gestione dei propri dati.
Quattro giorni prima della pubblicazione di LockBit, Cantina Tollo ha emesso un comunicato dove informa i suoi clienti dell’attacco informatico subito e della perdita di dati sensibili: segno di una governance dei processi di cyber security solida e non improvvisata, di una trasparenza e di un’etica che pagano sempre ed avranno sicuramente un effetto positivo sui clienti, il bene più prezioso di ogni impresa.
Un approccio corretto alle problematiche cyber security, da implementare sul campo con il supporto di professionisti della sicurezza informatica affidabili ed esperti, ha benefici indiretti anche nella fidelizzazione della clientela: non si contano i casi in cui, a fronte di una perdita di dati, la fiducia dei clienti verso una azienda è venuta meno, con tutte le conseguenze in termini di business che possiamo immaginare.